en

OFTALMOLOGIA – Come affrontare il distacco di retina

OFTALMOLOGIA

Luigi Pannarale
Come affrontare il distacco di retina

Con il professor Luigi Pannarale parliamo del distacco della retina. Una patologia in cui la tempestività della diagnosi e dell’intervento sono di primaria importanza. «Le prime 24-48 ore sono decisive»Nicoletta Bucciarelli

Il distacco di retina, se non curata tempestivamente e nel modo giusto, può portare alla cecità. La retina è quella parte del bulbo oculare il cui compito è quello di trasformare gli impulsi luminosi in stimoli nervosi per il cervello che, a sua volta, li trasforma in percezioni di immagini. «Il distacco di retina» spiega il professor Luigi Pannarale, responsabile dello Studio Medico Pannarale, «consiste nel sollevamento dalla sua sede della retina, che non viene ben nutrita e, quindi, cessa di funzionare. Ci sono diversi tipi di distacco di retina, ma il più comunemente inteso è il distacco di retina regmatogeno, dovuto, cioè ad una rottura retinica».

Come si producono le rotture retiniche?

«La retina riveste la cavità maggiore dell’occhio (la camera vitrea) come una carta da parati. La camera vitrea è totalmente riempita di un fluido in parte gelatinoso e in parte liquido detto umore vitreo. La parte gelatinosa rimane attaccata alla retina a lungo durante la vita. Quando, per diverse ragioni, età, disidratazione, traumi, la parte gelatinosa del vitreo si distacca dalla retina, si può produrre una rottura retinica. Il meccanismo è frequentemente paragonato al nastro adesivo che si distacca malamente dalla carta strappandola. A quel punto, la parte acquosa del vitro può passare all’esterno della retina distaccandola».

Quali sono i sintomi del distacco retinico?

«In genere l’insorgenza, spesso improvvisa, di un difetto del campo visivo e di una riduzione della vista preceduta, per ore o per giorni, da percezione di lampi luminosi (fosfeni) e di opacità fluttuanti nel campo visivo (miodesopsie). Se compaiono questi sintomi è di fondamentale importanza una tempestiva diagnosi per arrivare al più presto ad una terapia chirurgica risolutiva».

Per la diagnosi c’è bisogno di strumentazioni particolari?

«La biomicroscopia e l’oftalmoscopia binoculare indiretta, tecnologie alla portata di ogni studio oculistico, sono più che sufficienti. C’è, invece, bisogno di un’adeguata competenza specifica da parte del clinico per giudicare la gravità del caso (estensione del sollevamento retinico, numero e posizione delle rotture retiniche, trazioni vitreali ancora presenti) e decidere, quindi, l’approccio chirurgico migliore».

Quali tecniche chirurgiche vengono normalmente utilizzate?

«Ci sono fondamentalmente due diversi approcci: la chirurgia sclerale e la vitrectomia. La chirurgia sclerale è svolta sulla superficie esterna del bulbo oculare ponendo su di essa dei piccoli impianti di gomma di silicone, che spingono dall’esterno sulla retina bloccandone le rotture. È la tecnica normalmente preferibile per i primi interventi. Se eseguita in modo appropriato è risolutiva nel 90% dei casi. La vitrectomia è una tecnica di alta tecnologia che, tradizionalmente si applica in caso di insuccesso di un primo intervento, o, in casi particolari, anche in casi mai operati».

Che possibilità di recupero funzionale ci sono, dopo intervento di distacco retinico?

«Dipende dalla tempestività del trattamento, dalla capacità di risolvere con un solo intervento il problema e dalla qualità del follow up. La tempestività nella diagnosi e nell’intervento sono importanti, perché la retina distaccata rischia rapidamente, in 24-48 ore, un danno permanente. L’efficacia della terapia è importante perché se il distacco non è risolto col primo intervento, spesso il paziente non può sperare di riacquistare la sua acuità visiva massima. Il modo di seguire un paziente dopo l’intervento, con controlli frequenti e mediante l’uso tempestivo di adeguate apparecchiature diagnostiche, rende possibile trattare determinate complicanze che possono limitare il recupero funzionale del paziente o causare una ricaduta del distacco retinico».

Il distacco retinico è quindi una patologia più delicata di quello che potrebbe sembrare.

«Il distacco di retina deve essere trattato da centri particolarmente dedicati alle patologie retiniche e nel privato da professionisti di provata esperienza che si siano sottoposti ad un training prolungato. È importante, inoltre, una sicura presenza di un’equipe pronta ad operare senza inutili attese».